Ciao a tutti, sono finalmente tornata!
Mi scuso per la prolungata assenza, pensavo e speravo che la corsa agli Oscar sarebbe stata favorevole per scrivere delle recensioni, ma così non è stato per più ragioni. Prima di tutto i film erano troppi, era impossibile fare una recensione per ognuno; in secondo luogo, una buona parte dei film candidati agli Oscar non erano meritevoli di recensione perché poco decenti e prodotti per la massa (ad esempio Black Panther e A Star is Born).
Perché un pensiero così estremo, vi chiederete? Perché l’intrattenimento puro non è arte, anche se negli ultimi anni stanno facendo di tutto per farlo passare come tale e tantissima gente ci sta cascando come una tonnara; difficile anche non cascarci, visto il costante brainwashing.
Ed è per questo che volevo parlarvi della mia opinione sugli Oscar, soprattutto quest’anno che ho visto tutti i candidati al miglior film. C’è chi osanna alla rivolta di Hollywood contro Trump e all’apertura verso le minoranze e ai generi sottovalutati. Scusate, solo per me è palese la presa per il culo di fondo in tutto questo?
Fotogramma da Roma, di Alfonso Cuaròn |
... Dicevamo? |
Insomma, ditemi dove la vedete questa rivoluzione: siamo nel 2019, il film che secondo l’Academy esalta la cultura afroamericana è questo. Per carità, è anche vero che queste pellicole derivano da fumetti per buona parte scritti in anni in cui il pensiero era un tantino più limitato e tradizionalista di adesso (o forse ci piace credere che fosse così); ed è quindi anche per questo che il cinecomic è veramente l’ultimo dei generi che andrebbe esaltato come se potesse essere qualcosa in più di quello che è.
Blackkklansman descrive la cultura afroamericana in tutte le sue sfumature! |
Ma sto divagando. Quello che volevo semplicemente dirvi è che i film belli c’erano in quella categoria: sono quelli che hanno preso una statuina se va bene e di certo non per meriti di primaria importanza a parte un’unica eccezione, Roma di Alfonso Cuaròn, che però penso abbia ricevuto così tanto consenso perché era in competizione come miglior film straniero, categoria tenuta di conto. In altre parole i film davvero belli oltre a Roma erano Vice, Blackkklansman e soprattutto La Favorita: tutti con una storia forte, tutti con personaggi ben scritti e ben interpretati, e specialmente tutti con una regia con i controcazzi (Lanthimos poi, nemmeno ve lo dovrei dire, sa usare il linguaggio cinematografico alla perfezione).
Tutti vincitori di una misera statuetta.
Ci fregano con i feels, con l’hype e con i grandi nomi (lo ammetto, un po’ ci sono cascata anch’io con Bohemian Rhapsody e con Green Book), ma la verità è che Hollywood tenterà sempre di oscurare il grande cinema.
Fantastico grandangolo da La Favorita, di Yorgos Lanthimos |
Ho detto questo anche perché vorrei consigliarvi un film di fantascienza uscito una settimana fa e di cui purtroppo nessuno ha parlato! Si tratta di Captive State di Rupert Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie, The Gambler), un scifi interessantissimo, con un bel mix di distopia e di thriller al suo interno e con un bel ritmo narrativo.
La trama ci parla di un futuro non troppo lontano, in cui la Terra è controllata da dieci anni da misteriosi alieni che tengono gli esseri umani sotto scacco: i dittatori raramente si fanno vedere, dettando legge dal sottosuolo e facendosi rispettare tramite le istituzioni e le forze dell’ordine che fanno il lavoro sporco; fra il popolo però serpeggia la rivolta che sta preparando il suo attacco.
La pellicola è decisamente atipica nel suo genere, in quanto gli alieni si vedono poco fisicamente ma sono molto presenti a livello psicologico ed emotivo: la regia e la scenografia, molto claustrofobiche, fredde e letteralmente con il fiato sul collo dei personaggi, delineano bene lo stato di prigionia in cui sono intrappolate le persone. La vicenda è corale, ricca di sfumature e viene svelata poco alla volta, ma grazie al ritmo adrenalinico e caustico mette curiosità allo spettatore e tenendolo incollato fino alla fine: sapere che cosa succederà è il tarlo che lo pungolerà per 109 minuti.
Spero riusciate o siate riusciti a vederlo al cinema, e con esso – o con quello che preferite, ma fatelo – spero possiate iniziare a capire che non tutto quello con cui veniamo bombardati è davvero meritevole e bello, non tutto quello che Hollywood promuove è vero cinema. Cercate sempre di andare oltre la cattività mentale in cui stanno cercando di rinchiuderci.