lunedì 1 febbraio 2016

Speciale Giveaway: intervista ad Andrea Dani (LIVorNOT)


Chi è Andrea Dani e come è nata la passione per la fotografia. Si sente spesso di geometri (la sua professione) con il pallino per la fotografia. C'è un legame tra lavori così diversi uno dall’altro?

Eccomi. Andrea Dani, classe ’69. Ultimo di quattro poliedrici fratelli. Come scrissi sul mio blog “se fossi nato 100 anni fa sarei stato un pittore”.
Ho la fortuna di essere nato in una città di mare come Livorno con un clima mite gran parte dell’anno (da buon livornese DOC faccio il bagno in mare anche di inverno) e questo mi aiuta molto nel riuscire a fare sempre qualche scatto interessante.




Ho cercato sempre di dare un risvolto pittorico alla mia fotografia.
Fin da piccolo mi è sempre piaciuto disegnare, colorare e dipingere. Questa passione mi ha permesso di conoscere e apprezzare il mondo della pittura e più nello specifico i pittori che hanno fatto scuola nella mia città nella seconda metà dell’800 e la corrente dei Macchiaioli (quali Fattori, Natali, March e molti altri).
I loro quadri mi hanno sempre affascinato e la voglia di “provarci” è stata forte. I tempi moderni, la tecnologia, il poco tempo a disposizione mi hanno indirizzato verso la fotografia, a cui ho cercato sempre di dare un risvolto e un ispirazione pittorica. Ogni volta che scatto penso sempre “e se fosse un quadro come verrebbe?”

Quella della fotografia infatti è una passione nata poi nei primi anni 80, quando mia sorella (per esigenze universitarie) comprò la prima reflex, una vecchia Praktica a focale fissa, con la quale, quando me lo permetteva, ho iniziato a fare i primi scatti e a imparare i primi rudimenti della fotografia…. Ho cassetti pieni di diapositive fatte in quegli anni.
Essendo appassionato di tecnologia con l’avvento del digitale la passione è cresciuta ancor di più, il diffondersi di internet mi ha permesso di documentarmi e apprendere nozioni e trucchi, con alcuni viaggi (Stati Uniti, Messico, Inghilterra, Grecia ecc.) fatti in questi ultimi anni tale passione è poi esplosa… quindi arrivò la prima bridge (comprata nel 2002 a Camp Darby!), poi la prima reflex mia nel 2013, fino all’ultimo upgrade nel luglio scorso (la Canon Eos 70D)…


Guardando il mondo da un obbiettivo mi sono reso conto che la vita, nel bene e nel male, è piena di momenti indimenticabili e posti stupendi, che siano il Gran Canyon o la piazzetta sotto casa, basta saper guardare.


La fotografia macchiaiola di Andrea Dani.
Pubblicando poi foto sui vari social (prima Tumblr, poi Facebook) ho riscosso sempre più successo che mi ha portato a fare esposizioni e proiezioni con grande soddisfazione personale.
Addirittura su un articolo pubblicato su Urbapost.it riguardante il sottoscritto, la mia fu definita “la fotografia macchiaiola di Andrea Dani”… non potete immaginare come mi sono sentito quel giorno!
Il curioso binomio geometra/fotografo forse (la butto lì) potrebbe nascere dal fatto che la fotografia comunque è studio delle forme e dei luoghi che ci circondano, composizione di oggetti nello spazio, tra focali, aperture e tempi è anche calcoli e nozioni di matematica, tutte cose che si apprendono ai tempi della scuola (specialmente ai geometri appunto)

Come è nato il progetto Livornot? E In particolare: cosa significa Livornot?

Il progetto LIVorNOT nasce il 5 luglio del 2011, quando decisi di rendere omaggio alla mia città natale, pubblicando, o come preferisco definire, “esponendo” ogni giorno (e ripeto, ogni santo giorno dal 2011) sul mio blog fotografico scorci, paesaggi e persone o situazioni che rendono questa città davvero unica.


LIVorNOT: VIVERE O NO
Gli scatti sono sempre puliti, spesso con rimandi alla fotografia d'architettura, e raccontano l'amore per la fotografia e per la nostra città… una città che ci regala ogni giorno la possibilità di avere a portata di mano scorci, colori, sfumature e inquadrature davvero uniche.
Il nome del progetto LIVorNOT accosta e condensa il nome della città con un inglesismo, da me inventato, interpretabile come LIVE OR NOT, ovvero VIVERE O NO, un vero e proprio appello a Livorno per spronarla a rendersi viva tramite le bellezze architettoniche e naturalistiche che essa ha e che con le foto pubblicate cerco di far conoscere al mondo intero.


Avere l’obiettivo di pubblicare una foto al giorno è una motivazione eccezionale che ti dà lo stimolo per osservare con molta più attenzione quel che hai dintorno in ogni momento e in ogni situazione, pronto eventualmente a cogliere l’attimo giusto.

Ad oggi il progetto “LIVorNOT” possiede un archivio di quasi 2.000 fotografie consultabile sulla pagina del blog www.livornot.it e annovera più di 3.200 lettori ,sempre in costante crescita (a cui ultimamente si è abbinata anche la pagina di Facebook “Livornot by Andrea Dani” con più di 2.000 followers) che giornalmente scoprono la nostra città, collegandosi da ogni angolo del mondo (messaggi e complimenti arrivano appunto dall’Australia e Nuova Zelanda, dall’India, dall’Argentina fino agli States e da ogni parte d’Italia) dove molto spesso chi mi scrive si meraviglia di quanto bella ma poco conosciuta sia questa città.
Avere l’obiettivo di pubblicare una foto al giorno è una motivazione eccezionale che ti dà lo stimolo per osservare con molta più attenzione quel che hai dintorno in ogni momento e in ogni situazione, pronto eventualmente a cogliere l’attimo giusto.

Qualche altro progetto in testa per il futuro?

Ho tanti progetti nella mia testa, tanti desideri, tanti contatti con cui sto iniziando collaborazioni interessanti ma per il momento (anche per un pizzico di scaramanzia) preferisco tenere tutto ciò per me…
Il sogno sarebbe quello di pubblicare un libro con le mie migliori fotografie di Livorno, ma i costi di produzione per adesso mi frenano nell’intraprendere questa cosa.
Con l’arrivo della buona stagione vorrei inoltre organizzare qualche workshop da fare a singoli elementi che vogliono saperne di più, facendo uscite serali al tramonto (esperimento già fatto lo scorso anno con ottimi risultati) e mi sto organizzando in tal senso.


In quale momenti della giornata vai a scattare di solito? Dipende dall’umore, dal momento o scegli con cura luogo ed ora.

Per capire l’orario in cui scatto basta guardare un po’ di mie foto e si comprende che ovviamente prediligo le ore serali, la tanto decantata “Golden hour”… diciamo che da metà mattinata a metà pomeriggio la macchina fotografica non la tiro fuori quasi mai.
I luoghi dove scattare foto di solito li pianifico il giorno stesso, sempre prima monitorando il meteo e le effemeridi… cosa fondamentale per il risultato di una foto infatti è la luce e se le previsioni annunciano giornate grigie, scirocco, pioggia, raramente porto la macchina dietro…
Al contrario se il meteo prevede libeccio, tramontana, cambi repentini del tempo o fenomeni di instabilità quelli sono i giorni adatti per scatti doc.
Ho molti altri accorgimenti per scattare buone foto che magari spiegherò, per chi lo vuole, a quattrocchi più avanti

Che obiettivi usi. Quanta importanza dai alla post produzione e all’utilizzo di filtri?
Il mio modesto parco obiettivi attualmente è formato da:
  • Canon EF 50mm/1:1,8… il classico cinquantino
  • Canon EF-S 10-22mm f/3.5-4.5 USM… il grandangolo per eccellenza (su APSC)
  • Sigma 17-70 mm-F/2.8-4 (C) DC MACRO OS HSM… un bel “tutto fare”
  • Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS II… buon teleobiettivo
  • Tamron AF 18 - 270mm F/3.5 - 6.3 Di II VC PZD… tuttofare da viaggio (qualitativamente scarso)
Direi che la post produzione ha un importanza fondamentale nella riuscita di un mio scatto e occupa quasi il 50% del tempo a cui dedico ad una fotografia. La foto grezza (io scatto esclusivamente in formato RAW) che esce dalla macchina diciamo che è la bozza, lo schizzo… ovviamente deve essere ben composta, ben fatta, scattata con la luce giusta e senza errori grossolani di inquadratura.
Con la post-produzione (nel mio caso uso Lightroom) faccio quello che farebbe un pittore con i pennelli e i colori. Gli do quel tocco personale, agisco su contrasto, luci ed ombre per trasformarla nell’immagine che ho nella mente dal momento che l’ho scattata. Per“etica” personale inoltre dico che di solito non uso software per rimuovere oggetti o soggetti scomodi presenti nell’immagine (operazione che cerco di fare solo al momento dell’inquadratura e dello scatto).
Infine per quel che concerne i filtri devo dire che ne uso veramente pochi… soltanto un semplice polarizzatore nel caso debba fotografare il nostro magnifico mare calmo, e niente più.





Faccio quello che farebbe un pittore con i pennelli e i colori. Gli do quel tocco personale, agisco su contrasto, luci ed ombre per trasformarla nell’immagine che ho nella mente dal momento che l’ho scattata
C’è un obiettivo a cui sei particolarmente affezionato?

Dopo qualche anno di fotografie a paesaggi mi sono deciso (un paio di anni fa) a comprare il Canon EF-S 10-22mm f/3.5-4.5 USM… il grandangolo per eccellenza ed è stato amore a prima vista.
L’80% delle fotografie infatti le scatto con quell’obiettivo… ovviamente ci vuole l’occhio abituato perché è facile incappare in errori (vedi linee cadenti o distorsioni esteticamente brutte)

Come sei arrivato al livello attuale? Completamente autodidatta (libri?) o seguendo un corso/mentore? Nel caso di libri, potresti elencarne qualcuno che hai trovato particolarmente utile?

La maggior parte delle nozioni inerenti la fotografia le ho apprese, da una ventina d’anni, da libri e documentandomi su internet (fonte davvero inesauribile di informazioni se si sa cercare nella giusta maniera)… col tempo però ho sentito il bisogno di dovermi interfacciare , rapportarmi con qualcuno, avere consigli e critiche e fu così che qualche anno fa ho intrapreso un corso di fotografia dal grande Paolo Bonciani, (fotografo storico e pluripremiato di Livorno) presso il Circolo Culturale Alberto Bonciani.
Esperienza che mi ha fatto crescere ulteriormente, specialmente durante le lezioni in cui venivano discusse le fotografie dei vari soci… proprio dalle osservazioni e dalle critiche fatte di chi fa questo lavoro da una vita ho potuto apprendere gli errori più comuni, le tecniche per dare vita ad una foto e tutti quegli accorgimenti che magari dai libri non si recepiscono.
Tra i vari libri che mi hanno aiutato nella crescita c’è uno che consiglio in particolare ovvero “Il libro della fotografia digitale” di Scott Kelby… una sorta di manuale abbastanza compatto dove vengono date nozioni fondamentali e basilari, spiegate in maniera semplice e chiara.
Sia chiaro però… ho sempre tantissimo da imparare ancora, così come sono convito che ci sarà sempre e dico sempre, da imparare.


Ciao, grazie… Andrea


Ecco alcuni obiettivi consigliati da Andrea che potete trovare su amazon:



E “Il libro della fotografia digitale” di Scott Kelby

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