Perché Livorno è Artistica?
Cosa significa essere un creativo?
Quand'ero piccolo tutti mi dicevano che avevo tanta fantasia. Da grande mi dicono che sono creativo. Il creativo è colui che vede nell'ovvio il non ovvio. E' come avere quattro occhi, quattro orecchie, due bocche e due nasi. Il creativo lavora sempre. Anche quando sembra che non faccia niente per mesi, in verità sta lavorando in silenzio... come la terra con il seme. Gianni Rodari amava chiamare questo periodo di tempo "incubazione". la mente cioè registra un'immagine che si deposita. Lavora, in silenzio, senza fretta. Poi un bel giorno eccola venire fuori, pronta per essere fatta vedere, per essere raccontata. Personalmente amo il surreale in ogni sua forma. Prendere la realtà delle cose di tutti i gironi e farne una nuova, mai creata prima! Una vera emozione, credetemi!
Quali progetti hai in mente, e quali sono quelli che sogni di realizzare prima o poi?

Altri progetti con quei matti dei Camminatori Folli: abbiamo un'altro viaggio in mente da fare a fine giugno! Ma è ancora presto per parlarne... Ne vedrete delle belle! Per il resto devo dire che sono molto felice dell'accoglienza dei livornesi nei miei riguardi. Sono tutto sommato un "nuovo" e la mia comicità non è propriamente livornese, ma ho trovato tanta gente che apprezza quello che propongo! Quindi la strada è giusta!
Cosa manca a Livorno per essere consapevole della propria ricchezza artistica e creativa?
L'apertura! Questa città vive con il freno a mano sempre tirato. Ma l'arte non può vivere in questo modo: ha bisogno di movimento. Purtroppo non è sempre facile trovare spazi creativi: i posti sono pochi e spesso occupati all'infinito dai soliti noti. E' il discorso che facevo all'inizio dell'intervista. E' nel "movimento", nel "ricambio", nel "confronto" che troviamo la forza di creare! "Il solito, grazie!" non porta da nessuna parte.
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