Bentornati amici di Livorno Artistica!
Questa settimana abbiamo il piacere di farvi conoscere Anna Campani. Scrittrice e giornalista.
Leggete cosa ci ha raccontato della sua passione, che come capita per qualsiasi tipo di arte, richiede molto sacrificio ma regala anche grandi soddisfazioni.
“Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”. Ho sempre concepito in questo modo la scrittura. Questa frase rappresenta per me, al massimo, quella passione che si è tramutata in vita e esigenza nel corso degli anni. Non ricordo il momento preciso in cui ho capito che vivere senza scrivere sarebbe stato per me impossibile, forse non lo ricordo perché è sempre stato così, da sempre, dal primo respiro. Fin quando da bambina ho cominciato ad esprimere le mie emozioni con bigliettini di carta, scritti a penna con una calligrafia incerta. Perché esprimere quello che sentivo con la parola scritta era molto più facile è lo è ancora.
Questa settimana abbiamo il piacere di farvi conoscere Anna Campani. Scrittrice e giornalista.
Leggete cosa ci ha raccontato della sua passione, che come capita per qualsiasi tipo di arte, richiede molto sacrificio ma regala anche grandi soddisfazioni.
“Ama il tuo sogno seppur ti tormenta”. Ho sempre concepito in questo modo la scrittura. Questa frase rappresenta per me, al massimo, quella passione che si è tramutata in vita e esigenza nel corso degli anni. Non ricordo il momento preciso in cui ho capito che vivere senza scrivere sarebbe stato per me impossibile, forse non lo ricordo perché è sempre stato così, da sempre, dal primo respiro. Fin quando da bambina ho cominciato ad esprimere le mie emozioni con bigliettini di carta, scritti a penna con una calligrafia incerta. Perché esprimere quello che sentivo con la parola scritta era molto più facile è lo è ancora.
Quando mi hanno chiesto di scrivere di me, di questa mia
strampalata malattia dello scrivere, perché si è veramente una malattia, a
volte simile a una febbre passeggera, delle volte così terribilmente uguale a
una malattia che ti porta alla morte, sono rimasta qualche giorno a riflettere.
Parlare della scrittura è facile, naturale, parlare di me è sempre stato un
quasi problema. Non è facile parlare di sé stessi con lucidità, si tende sempre
a cercare di piacere alla gente, di attirarla, di scrivere qualcosa di
politicamente corretto, privo di sincerità, delle volte. Cercherò di parlare,
di scrivere, di me, in modo schietto e sincero, com'è il mio carattere.
Sto scrivendo il mio terzo romanzo e questa storia, la mia
terza storia è l’ennesimo passo in avanti verso un cambiamento radicale che ho
attuato nel mio modo di esprimermi raccontando. Sono cambiata così tanto dal
primo libro che rileggendo quelle pagine quasi non ci credo che le ho scritte
io eppure è così. Il mio primo romanzo si intitola Trailer (pubblicato da “Arduino Sacco Editore”), l’ho scritto nel
2008, una storia semplice, quasi adolescenziale, dove alla base di tutto ci
sono i sogni.
La protagonista è una giornalista, come lo sono io. Si tende
sempre a mettere qualcosa di noi stessi nei nostri personaggi, per difesa, per
renderli quello che volevamo essere noi, oppure per indirizzarli verso azioni e
reazioni che nella realtà non abbiamo il coraggio di attuare. Il mio secondo
romanzo pubblicato tramite il sito “Il mio libro”, si intitola “Come Corde di Chitarra” è una storia
senza dubbio più matura e consapevole, più reale e concreta. Dove la
protagonista scappa dalla città dov’è nata per motivi che non vi anticipo,
verso Londra, dove le corde di una chitarra ma soprattutto le dita che le
suonano cambieranno la sua esistenza. Alla base di entrambe c’è l’amore, ma non
sono libri rosa, sono libri che raccontano la vita vera tramite i protagonisti
che s’innamorano ma vivono anche i loro problemi, le loro amicizie, i loro
sbagli.
Al momento sto scrivendo il terzo romanzo, forse il più difficile dei
tre. Dal titolo “The Moon Cycle” il
mio primo libro scritto a due mani. Lo sto scrivendo con un ragazzo che è la
parte maschile del mio romanzo, scriviamo di pari passo, e il bello di tutto
questo è che alla fine sembra che sia stato scritto da una persona sola. Non
penso che questo libro sarebbe mai nato senza le sue parti scritte, quindi
voglio ringraziarlo pubblicamente qua, perché il suo contributo è fondamentale
per me, lui si chiama Vincenzo.
È un
libro complicato, dove vengono affrontati temi delicati e sotto i riflettori
ultimamente. Come l’alcol, la droga, la violenza sulle donne. Il nostro
obiettivo è quello di farlo uscire entro la fine dell’anno, speriamo di
riuscirci. Trailer l’ho scritto in
tre mesi, così come ho scritto in tre mesi Come
Corde di Chitarra. Su The Moon Cycle
ci lavoro da ormai un anno, anche se concretamente da qualche mese. Ogni libro
che scrivo rappresenta in un certo modo le mie passioni: Il cinema, la musica e
il terzo i tatuaggi parte integrante del mio ciclo lunare.
Oltre a essere una scrittrice sono anche una giornalista.
Sono iscritta all’ordine dei giornalisti della Toscana dal 2008, ho collaborato
con quasi tutti i giornali cittadini, fin dall’età di diciotto anni. Ho scelto
inizialmente il giornalismo sportivo, perché il calcio è una delle mie più
grandi passioni (prima o poi scriverò quel progetto che da anni ho nel cassetto
dal titolo “Il calcio è femmina”) alla fine però ho cominciato a scrivere di
tutto, anche di politica, argomento che mi piace particolarmente.
Al momento
scrivo per QuiLivorno.it e gestisco
un sito che parla di serie televisive. Purtroppo non è una carriera facile da
intraprendere ma nonostante le difficoltà sto portando avanti questo lavoro
(facendone naturalmente altri, perché di giornalismo a questi livelli non vivi)
perché sono testarda, anche troppo e lievemente determinata a non rimanere
nell’ombra, sia come scrittrice che come giornalista e nel tempo mi sono tolta
molte soddisfazioni.
Collaboravo con il Corriere
di Livorno, quando ha chiuso credevo di aver chiuso anche io con il
giornalismo ma alla fine mi sbagliavo. Una delle più belle esperienze è stata
quella in Albania ad Agon Channel,
dove ho partecipato a un reality sul giornalismo, mi sentivo davvero nel mio
mondo, vivendo una redazione televisiva ventiquattrore su ventiquattro. Tornare
a casa, alla normalità, non è stato facile.
Come al solito ho scritto troppo, chiudo la mia decisamente
troppo lunga presentazione, con un’altra citazione di uno dei miei scrittori
preferiti, Charles Bukowski “Per me
scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e
riprenderla al volo”.
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