venerdì 12 dicembre 2014

Non mi piacciono le bambole - Il liguaggio creativo di Costanza Lettieri


Costanza Lettieri è una giovane artista che vive di creatività e ispirazione, al quale abbiamo chiesto di parlarci un po' di sé.
Merita veramente molto attenzione, perché nelle sue opere mostra una sensibilità artistica veramente notevole!

Non mi sono mai piaciute le bambole. Forse è per questo che fin da piccolina invece di far parlare Barbie e Ken consumavo risme di fogli facendo comunicare personaggi inventati. La sera, mentre i miei guardavano la tv, io mi sedevo per terra e stavo ore e ore a disegnare storie. E guai quando mia mamma, seppellita da dozzine di fogli scarabocchiati, mi chiedeva timidamente se per caso potessi buttarne via qualcuno..

La mia passione per il disegno è sempre stata molto spontanea ma indubbiamente il vero e proprio “amore per l’arte” lo devo ai miei genitori, Sì, perché per quanto dopo un’ora in un museo iniziassi a strillare che volevo uscire a giocare, loro mi hanno sempre “trascinata” per mostre ed esposizioni (e non deve essere stato facile sopportarmi…) finché un bel giorno non me ne sono effettivamente innamorata.


Fin da piccola ho fatto corsi di disegno e pittura e nel momento della scelta della scuola non ho avuto dubbi nello scegliere il liceo artistico.

Al momento frequento il secondo anno di pittura alla Laba (accademia d’arte) e sono dunque in un momento di formazione.




Sto ancora cercando di sviluppare un mio linguaggio espressivo personale e anche le tematiche che affronto sono delle più disparate perché penso che “fossilizzarsi” su un argomento o su uno stile in questo momento sia un pò limitante. Ho bisogno di conoscere e sperimentare e sono convinta che tutte le tappe di questo percorso (anche quelle magari scomode) mi aiuteranno a definire meglio i miei canali espressivi.

Non so sinceramente a cosa possa portarmi questa passione, ma so che l’unico canale espressivo che ho sempre avuto è stato questo e dunque penso che sia giusto provarci.




La moda è un altro settore che mi ha sempre affascinata. Mi piacerebbe trasferire gli aspetti pittorici e grafici ai tessuti. (Forse parlo più di artigianato che di moda vera e propria..)



Uno dei miei sogni è quello di creare delle “opere” da portarsi dietro ogni giorno.
Per il momento ho in mente un progetto che dovrebbe chiamarsi “Indossa l’arte”, dove rielaborando dettagli di opere famose si creano texture per abiti, foulard, gonne..
Il tutto rigorosamente dipinto a mano!

Il primo progetto compiuto che ho presentato alla galleria “II Melograno” di Livorno e alla mostra “Sirene” di Follonica riguarda le “città invisibili” ed è tratto dall’omonimo romanzo di Italo Calvino.
E’ un trittico che più che essere un’illustrazione del romanzo vuole essere un’interpretazione. Ogni città è secondo me molto attuale e dunque spunto di riflessione per tutti noi.

Il primo quadro della serie rappresenta Valdrada, la città doppia, che io ho scelto di rappresentare prendendo una camera da letto - ordinata e molto razionale - e trasformandola in un caos d'immagini speculari che, scontrandosi e sovrapponendosi, creano un ambiente totalmente contrario a quello di partenza. La seconda opera rappresenta Ottavia, la città sospesa, ed è forse la più attuale proprio perché la vita di ognuno di noi scorre su una trama d'incertezze relazionali e del futuro. 





Per rendere questo senso di sospensione, ho dipinto un tradizionale paese italiano che si regge su legnetti sottili, che formano una trama fitta ma incerta al tempo stesso. Infine Leonia, la città che ogni giorno espelle cose per far posto a cose nuove. E più che espelle, più accumula. Ho guardato Leonia "dall'alto" ed ho circondato la città di oggetti tecnologici che formano una specie di muraglia, destinata a crescere e a soffocarla…
Se il progetto su "Le città invisibili" mi ha svelato come sia lunga e laboriosa la gestazione di un'opera e quanto siano importanti allestimento e presentazione, questo lavoro mi ha anche stimolato a ricercare una sempre maggiore espressività.

Così, in questo momento, mi sto concentrando sulle possibilità della monocromia e sto facendo studi anche sui "non finiti". Il mio prossimo progetto ha infatti bisogno del massimo dell'espressività perché vuole riflettere sulla "mimesi" e la rottura della "mimesi"











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