Lo dico chiaro e tondo: non sono uno di quelli che si aspetta grandi cose dagli anni a venire. Non sono un tipo che spera nell'anno che venturo, attendendosi eventi stellari o margherite che piovono dal cielo. Per me la vita continua, tutta insieme, senza anni, mesi, giorni. Una corsa inarrestabile verso il giacere del corpo sulla natura.
Però ho da dire che questo 2016, per me, è stato un anno... Non direi significativo, quanto più produttivo. Chi mi conosce potrà dire: “Un anno produttivo? E che avresti combinato?”
Non intendo produttivo dal punto di vista professionale e sociale. Bensì parlo del mio essere.
Sì, dato che questo è stato un anno in cui mi sono lasciato trasportare, strappare, ingoiare per intero dall'amore. Una banalità vero? Un ragazzo che sta cercando d'esser uomo tra le mille peripezie che quest'era ci offre, solo, soddisfatto unicamente da qualche avventura occasionale, prima o poi ci pensa all'amore.
photo by Letizia Ribecai |
E quest'anno ho scoperto che sta qui l'errore: considerare amore semplicemente l'avere una compagnia fissa (che poi oggi di fisso c'è bene poco) da parte di un essere umano del sesso opposto.