lunedì 11 agosto 2014

Giocare con la fotografia - Il progetto "Modiglianizzati" di Fabrizio Razzauti


La nostra amica e collaboratrice Giulia Mazzia ha scambiato quattro chiacchiere con Fabrizio Razzauti, creatore del "Progetto Modiglianizzati".

Che cosa significa essere un fotografo?
Inizierei col dire che più che fotografo mi definirei post-producer di fotografia…! Chi studia
professionalmente fotografia lo fa per anni in maniera teorica e direttamente sul
campo; per questo dico che io fotografo ma non mi definisco un fotografo… (da qui lo
pseudonimo Fate Vobis).!
Io sono completamente autodidatta, le mie creazioni sono la combinazione di un buon
occhio e della post produzione. Ho iniziato a “giocare” su programmi di ritocco grafico
dall’età di 14 anni per la tipografia di mio padre e poi la grafica è sempre stata un mio
pallino…



...ricordo che già all’età di 8-9 anni leggevo le insegne dei negozi e mi piaceva
immaginare un logo più appropriato…certe cose vengono naturalmente, forse perché sono
sempre stato abbastanza introverso e sintetico, quindi fotografare per me, è un modo di
espressione rapido, immediato e che mi fa entrare in contatto con gli altri
unidirezionalmente.! !



Creativi si nasce o si diventa?
A me piace ripetere che ognuno è frutto delle proprie esperienze e del proprio DNA,
questo per dire che una predisposizione alla fantasia creativa ci deve essere, ma deve
essere anche coltivata… Io sono stato fortunato: mamma da uno spiccato senso
dell’estetica e babbo con la precisione maniacale di un tipografo…qualcosa devo aver pur
ereditato!



Quando hai capito che non potevi fare a meno di fotografare?
Per tutti gli individui esistono momenti della vita in cui c’è un bisogno di esprimere i
sentimenti, le sensazioni o semplicemente un bisogno di affermazione. Alcuni utilizzano il
verbo, altri la scrittura, io, per il carattere che ho, ho scelto la scrittura con la luce solo
perché è più immediata della pittura; ma non nego che in certi periodi disegnare e
dipingere di getto sarebbe l’azione più istintiva!



Che colore ha il mondo attraverso la macchina fotografica? Descrivici come vede la
realtà un fotografo.
Il mondo resta a colori come per la maggioranza delle persone, la differenza è nel cogliere
le sfumature, i particolari, gli attimi, poi, se vogliamo parlare di colore, esistono i filtri
fotografici per accentuare o meno, attraverso le tonalità, sensazioni ed emozioni di una
immagine ed agevolare la lettura della stessa, non sono un purista della fotografia, amo
queste alterazioni purché siano moderate!

Quali sono i progetti che hai in mente o i sogni che vorresti realizzare?
Il mio progetto “Modiglianìzzati”, ovvero portare in fotografia i capisaldi di Amedeo
Modigliani, ha riscosso un grande successo. Aver avuto la possibilità di esporre ad Effetto
Venezia è già stata una grande soddisfazione per me. Nel breve termine avevo in mente di
sviluppare ulteriormente questa idea, anche se il grande sogno è Modiglianìzzati applicato
a qualche campagna pubblicitaria di un marchio famoso; ho studiato marketing e per me
unire arte e tecnica pubblicitaria sarebbe il massimo.!
Per il futuro le idee non mancano, rimanete sintonizzati sulla mia pagina FB! (clicca qui)






Secondo te Livorno è artistica? Che cosa manca a Livorno per essere consapevole
della sua ricchezza artistica?
Livorno, lo sappiamo, è un crocevia di razze e religioni e questo anche dal punto vista
artistico-creativo è un continuo fermento di idee stravaganti e innovative nate proprio dal
mix della sua gente, sarebbe bello se gli artisti livornesi fossero apprezzati maggiormente
dai loro concittadini (non è casuale la citazione di Capossela a proposito di Modigliani:
“perché Livorno dà gloria soltanto all’esilio e ai morti la celebrità”… Livorno ha la fortuna/sfortuna di essere in Toscana e non potendo puntare alla pari sul patrimonio architettonico come le altre città dovrebbe scommettere proprio sulle capacità artistiche della sua gente.
A mio avviso se Livorno fosse fuori dall’Italia le cose sarebbero molto diverse…!
Sogno il quartiere della Venezia chiuso interamente al traffico e colmo di botteghe e
bottegucce di artigiani e artisti.

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