lunedì 18 maggio 2015

LIVORNO ACOUSTICS - Edoardo Borghini

Foto by Ass. Fotografica Il Salmastro
L'intervista di oggi è con Edoardo Borghini, cantautore livornese che si sta facendo strada con il suo pop d'autore, apparentemente leggero ma che ad un ascolto attento rivela una sorprendente profondità. Con lui siamo andati a riscoprire la Chiesa degli Armeni, in Via della Madonna, di cui è rimasta soltanto la bellissima facciata che sta purtroppo cadendo a pezzi (alcuni dei quali ammassati nel piccolo portico interno).








N.B. Prima di cominciare, ti avvisiamo che ogni intervista di Livorno Acoustics è suddivisa in due parti. La metà che leggerai qui di seguito è incentrata sul processo creativo del cantautorementre l'altra metà che potrai leggere su Occhio Livorno approfondisce  gli aspetti legati al suo rapporto con le istituzioni e con la professione di artista.


1.Cosa significa per te essere un creativo?
Significa esprimere la propria interiorità, trasformandola in arte, in tutte le sue molteplici forme: la musica, la pittura, la poesia, ecc.

Foto by Ass. Fotografica Il Salmastro
2.Cosa ti ha spinto a scrivere canzoni di tuo pugno, piuttosto che interpretare canzoni di altri artisti?
Fondamentalmente sono una persona introversa e, talvolta, provo vergogna ad esprimere i miei pensieri nella vita di tutti i giorni. Ho poi scoperto che la composizione è la mia valvola di sfogo, un momento nel quale non ho inibizioni né vergogne e mi sento totalmente me stesso.

3. Qual'è il tuo approccio alla composizione musicale?
Solitamente compongo i miei brani sulla chitarra e, alle volte, sul piano. Inizio ad improvvisare qualcosa, a buttar giù una sequenza di accordi che mi risulti musicale ed orecchiabile, dopodiché mi invento una melodia vocale e successivamente inizio a scrivere il testo. Durante la composizione, registro sempre le bozze dei brani per non dimenticare in seguito le idee. Poi lavoro di cesello e perfeziono il tutto. In studio, durante le registrazioni, sperimento molto sui suoni e cerco delle soluzioni nuove ed originali, ispirandomi ai grandi della musica nazionale ed internazionale.

4. Qual'è invece il tuo metodo per la scrittura dei testi? 
Il testo nasce subito dopo la musica: su un giro di accordi costruisco un testo. Solitamente i miei testi sono autobiografici, ma ultimamente ho iniziato a parlare anche della società e del mondo in cui viviamo, naturalmente con un forte senso di critica (eh eh).




5. Qual'è la tua canzone di cui sei più soddisfatto? Ce la racconti? 
Sono legato a tutti i brani del mio nuovo album "Fumare per noia": ognuno di essi racchiude un piccolo mondo che va scoperto e gustato con un ascolto attento. Solo così vengono svelati non solo il messaggio palesato nel testo, ma anche l’intenso e minuzioso lavoro sui suoni e l’arrangiamento.
Ultimamente posso dire che la canzone che sta aumentando la mia visibilità in giro è "Canzone di quel che mi viene in mente", inclusa in "Fumare per noia" e della quale è presente un simpatico video su YouTube.

Foto by Ass. Fotografica Il Salmastro
6. Com'è suonare in una band? 
Ritengo che all'interno di una band ci debba essere una qualche forma di gerarchia, con un componente che prenda le decisioni più importanti. La creatività e il carattere di ogni singolo elemento devono essere gestiti e fatti combaciare con quelli dell’intero gruppo: un compito non semplice, ma che qualcuno deve comunque svolgere. Credo che sia fondamentale la complicità tra i vari componenti e che ogni singolo apporti il suo contributo artistico e compositivo per arricchire ed aumentare l’affiatamento all’interno del gruppo.

7. Come avviene il processo di arrangiamento di un brano? 
Durante l’arrangiamento di un brano, non mi pongo alcun limite o barriera: sperimento suoni e nuove soluzioni affinché il brano arrivi a suonare come io lo immagino. Penso spesso: "Questo pezzo dovrebbe suonare tipo..." e, quindi, è inevitabile ripescare da vecchi brani per "prendere in prestito" delle idee.

Foto by Ass. Fotografica Il Salmastro
8. Quanto peso dai a fattori come il nome della band e la sua immagine?
Credo che l'immagine rappresenti più del 50% del pacchetto di un artista. Se vado a vedere un singolo o una band dal vivo, mi aspetto di assistere ad uno spettacolo. Non mi soffermo sui singoli particolari ma sull'interezza di ciò che ho davanti: mi deve colpire tutto, dall' aspetto tecnico/interpretativo a quello visivo. Proprio per questo, quando mi esibisco, immagino di essere un attore di teatro che parla al suo pubblico e cerco di coinvolgerlo, non solo con la voce e la musica, ma anche con la gestualità corporea e le espressioni del volto. Per me sono fondamentali la capacità interpretativa e comunicativa di un artista.

9. Come affronti le esibizioni live? 
Nella maggior parte dei casi, cerco di immedesimarmi in ciò che sto dicendo per interpretarlo nel migliore dei modi. In ogni canzone ho delle gestualità ed espressioni che mantengo come definite, ma per lo più cerco di farmi trascinare dall’improvvisazione e da quel che mi viene in mente sul momento.

10. Fai un bilancio della tua attività di musicista fino a questo momento.
Sono molto soddisfatto della mia crescita artistica dell'ultimo anno, anche grazie al fatto che ho lavorato
e sto lavorando con il produttore, musicista ed arrangiatore Marco Baracchino. Insieme abbiamo dato la forma definitiva alle mie composizioni, racchiuse in "Fumare per noia", il mio primo album uscito a Febbraio del 2014 per l'etichetta indipendente Vinile-Myrope.
Attualmente sto scrivendo nuovo materiale che, a breve, verrà arrangiato e registrato in studio.








Nessun commento:

Posta un commento