lunedì 25 maggio 2015

LIVORNO ACOUSTICS - Francesca Manteri (Bruise Gretel)

Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
In questa intervista conosciamo meglio una cantautrice rock livornese, Francesca Manteri (alias Frances Farmer), che con le sue Bruise Gretel, band grunge tutta al femminile, si sta facendo conoscere e apprezzare nella scena musicale livornese. Con lei abbiamo girato il video della sua "Fulyff" davanti al complesso dell'ex stabilimento Pirelli, probabilmente uno dei luoghi di Livorno con più potenzialità se venisse adeguatamente valorizzato.






N.B. Prima di cominciare, ti avvisiamo che ogni intervista di Livorno Acoustics è suddivisa in due parti. La metà che leggerai qui di seguito approfondisce il processo creativo del cantautorementre l'altra metà che potrai leggere su Occhio Livorno è incentrata sugli aspetti legati al suo rapporto con le istituzioni e con la professione di artista 




1.Cosa significa per te essere un creativo?
Cercare di fare sempre meglio di quello che ho fatto la volta prima ed amare le cose belle.

Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
2.Cosa ti ha spinto a scrivere canzoni di tuo pugno, piuttosto che interpretare canzoni di altri artisti?
Due cose. Da una parte l'esigenza espressiva di elaborare i sentimenti e le situazioni della vita. La gente va in analisi. Io la risolvo in questo modo e, credetemi. funziona! O almeno per me la musica ha sempre funzionato come terapia, sia che la ascolti sia che la faccia. Dall'altra parte ho cominciato a scrivere canzoni perchè quando fai parte di una cover band dopo un po' sopraggiunge la noia di ripetere sempre le stesse cose, per cui pensi “se loro con quattro accordi ci hanno fatto un repertorio posso farlo anch'io, o almeno provarci”.



3.Qual'è il tuo approccio alla composizione musicale?
Parto da un'idea di base, che può essere una frase o un riff e da lì sviluppo tutto il resto. Ma diciamo che solitamente quando arrivo alle prove e la propongo alle altre ho già concluso la struttura principale, poi per gli arrangiamenti facciamo tutto insieme. E questa è una cosa che è sempre stata così fin dal primo giorno.

5.Qual'è la tua canzone di cui sei più soddisfatto? Ce la racconti?
In realtà la canzone che mi ha dato più soddisfazione fino a oggi è “All the pretty (pretty) things”, che non è una canzone solamente mia, ma è stata scritta da tutta la band. Di cosa parla non te lo dico che è meglio, il testo è molto malizioso, come le mie intenzioni verso la persona che l'ha ispirato. Ma la cosa che più mi soddisfa di questa canzone è il modo in cui entra nel cervello della gente, la senti una volta e la canti una settimana! Ahahahah!

6.Com'è suonare in una band?
Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
Io non penso che riuscirei a suonare come solista. Forse perché ho un concetto di band come gruppo di amici, o amiche nel mio caso, con gli stessi gusti musicali che uniscono le proprie idee. La band è un famiglia che ti protegge, che ti supporta e soprattutto ti fa mettere in discussione ogni minuto. In un certo senso è anche il modo di non perdere il contatto con la realtà e non costruirsi un piedistallo inutile dal quale prima o poi cadrai. Poi, naturalmente, come in tutte le migliori famiglie, capita che alle volte ci urliamo in faccia, ma nel nostro caso è decisamente una democrazia, finché non siamo tutte d'accordo si cerca sempre una soluzione diversa. Poi pensa che siamo donne per cui a volte è uno scozzo a chi dice l'ultima parola!

7.Come avviene il processo di arrangiamento di un brano?
Penso che ho ascoltato talmente tanto il genere (grunge/punk) che anche volendo non riuscirei ad arrangiare le canzoni in modo diverso, mi nascono direttamente così! Per quanto riguarda invece il live/studio, dipende dalla canzone: se una canzone viene usata come prima della scaletta di un live o come ultima dovrà avere sicuramente un'introduzione o una coda che nel disco poi verrà tolto, si tratta di una questione di spettacolo e intrattenimento.

8.Quanto peso dai a fattori come il nome della band e la sua immagine?
Il nome è fondamentale, perchè deve suonare bene e deve essere abbastanza semplice da restare impresso a chiunque. Il nostro (Bruise Gretel) è ispirato da due canzoni delle Babes in Toyland (“Bruise violet” e “Handsome & Gretel”) a cui teniamo particolarmente (pensa che la batteria di Valentina si chiama Gretel e la mia prima chitarra, una stratocaster viola, si chiama Bruise Violet) che facevamo quando eravamo una cover-band e che finalmente riusciremo a vedere live fatta dalle Babes martedì a Londra. Scusa ma sono talmente contenta che devo dirlo a chiunque!
Per quanto riguarda l'immagine della band ne abbiamo discusso a lungo e ancora continuiamo a discuterne. Succede che, poiché siamo donne, alla fine del concerto ci vengano mosse critiche non sull'aspetto musicale, ma sull'abbigliamento, perché non ci siamo accozzate con i colori o con gli stili degli abiti e questa è una cosa che detesto con tutto il cuore. Mi sembra giusto che ognuna continui ad avere il proprio stile, perché si veste così tutti i giorni. Mica siamo le Spice Girls! Non ho mai sentito fare un commento del genere su una band di soli uomini.

Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
9.Come affronti le esibizioni live?
Ho sempre bisogno di provare, non mi sento all'altezza di improvvisare un live. Per quanto riguarda invece il rapporto con il pubblico, direi che dipende dal tempo che hai per suonare: se è un live di 30-40 minuti si cerca sempre di infilarci più canzoni possibile, per cui tiriamo dritto, qualche ringraziamento e via tutto di un fiato fino alla fine. Se invece è più lungo allora cerchiamo anche di mostrare la nostra parte più umana ed interagire. Questo è il mezzo che usiamo di più se il pubblico si dimostra freddo, se vedono che siamo anche carine e simpatiche di solito si sciolgono.

10. Fai un bilancio della tua attività di musicista fino a questo momento.
Il nostro obiettivo era sicuramente quello di esprimere la nostra vita attraverso la musica ed in questo ci stiamo riuscendo. Da qui a un anno penso che l'obiettivo principale del gruppo è quello di andare quest'estate a registrare un disco in modo che sia pronto a settembre/ottobre per poterlo presentare ai locali e riuscire finalmente a varcare i confini toscani.







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