lunedì 18 aprile 2016

I volti scolpiti e i loro riflessi - Sacha e le sue sculture

Questa settimana, cari amici, il nostro viaggio alla ricerca delle menti creative di Livorno, vi farà conoscere Sacha Frassinelli.
Il simpaticissimo Sacha ( lo è veramente, non lo diciamo così per dire) si diletta con la scultura.
E' anche uno dei membri della Corte dei Folli (clicca qui) ma di questo ne parleremo in un altro momento.
Intanto leggete la sua storia!


Sin da piccolo ho sempre avuto una passione per il disegno, dopo due scuole superiori mi iscrissi finalmente all’Istituto d’Arte Franco Russoli di Pisa nella sezione Pittura.



E li  conobbi lei… La scultura.
Un rapporto difficile, un amore ed odio che mi portò ad abbandonarla per un po’ di tempo ma come per tutti gli amanti “litigati”  ci volle il momento giusto per interagire, scoprì uno scultore francese “Rodin” e  rimasi sbalordito e capii come la materia andasse rispettata.


Il mio Professore di scultura Giovanni Pazzini mi spiegò come la scultura dovesse essere assimilata, vista  percepita, la tridimensionalità, il peso... “i volumi girano!” mi disse.


Ricominciai a modellare la creta sotto la sua supervisione i temi erano quasi sempre fantasy, folletti, draghi e simili, poi ho trovato la mia strada “artistica”: i volti.

Non i volti accademici, perfetti e somiglianti, ma il volto come caricatura del riflesso che essi emanano, il mio intento è un giorno di arrivare al grado di Scultore, lavorare materiali come la creta, il gesso ed altri materiali.



Non mi ritengo un artista, gli artisti sono di un’altra dimensione e genialità, mi ritengo un apprendista della scultura, come quelli che spazzavano i laboratori dei grandi artigiani ed artisti, il “Bimbo di bottega”.


Ogni giorno studio i grandi del passato, specialmente gli accademici, pe rubare le tecniche, per cercare di coglier quei particolari che danno senso ad una scultura, perché essa è “togliere il superfluo” come diceva uno dei più grandi geni dell’arte, essa è movimento, dinamismo e comunicazione.

E’  la fusione dell’ingegno del disegno, della pittura nella tridimensionalità dello spazio.



Dove andrò finire non lo so ancora, l’evoluzione dei lavori si vede in corso d’opera secondo me, per ora mi accontento di studiare “il mestiere” con un cavalletto una stecchetta e un blocco di creta.


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