lunedì 29 agosto 2016

Claudia Baglini e il suo romanzo - Tutta colpa di Martina

Bentornati amici di Livorno Artistica!
Oggi vi presentiamo Claudia, una scrittrice che ha da poco pubblicato un suo romanzo "Tutta colpa di Martina"
Seguitela sulla sua pagina ufficiale facebook (clicca qui) e leggete cosa ci ha raccontato...


Salve a tutti! Tanto per cominciare, un affettuoso ringraziamento agli amici di Livorno Artistica per lo spazio che molto gentilmente mi hanno concesso.
Mi chiamo Claudia Baglini, sono nata nel 1971 e, dopo una laurea in storia dell’arte presso l’Università di Pisa, ho cominciato nel lontano 1997 a lavorare come traduttrice di manga e comics per la casa editrice Panini, un bellissimo mestiere che ho la fortuna di esercitare ancora oggi.





La mia è la tipica generazione di quarantenni bombardati, durante l’infanzia, dalla prima ondata di ormai storici cartoni animati giapponesi quali “Heidi”, “Lady Oscar” e “Goldrake”.
Da piccola li seguivo religiosamente, e per me è stato molto più di un passatempo infantile.
È stato il mio primo, fondamentale allenamento alla costruzione di personaggi a tutto tondo, credibili, forti e profondamente amabili.


Ricordo che, da bambina, mi rendevo conto di essere legata a quegli stessi personaggi molto più dei miei amici d’infanzia, anche se non potevo sapere che quella passione avrebbe poi trovato sbocco nella scrittura.
Durante l’adolescenza scrivevo tantissimo, inventandomi storie coi miei personaggi preferiti tratti ancora dai cartoni animati (che continuavo a guardare imperterrita); storie nelle quali facevo vivere loro mille appassionanti peripezie.

Scrivevo unicamente per me stessa, per il piacere di vedere quegli stessi, amatissimi personaggi (soprattutto femminili) acquisire vita propria sulla pagina bianca che si riempiva gradualmente.
Poi, intorno ai trent’anni ho scoperto la poesia, e per un po’ mi sono dedicata a quella; all’epoca scrivevo soprattutto per amore, ispirandomi alle persone che mi attraevano e cercando di esprimerne l’essenza.

Poi è arrivata la fase teatrale; spinta dalla mia passione per il teatro inglese, ho composto diversi testi di mia invenzione, uno dei quali è stato anche oggetto di una rappresentazione parziale a Londra, e di un adattamento scenico in Polonia e qui in Italia.
Col tempo mi sono avvicinata alla forma del romanzo, che ritengo essere il genere più libero di tutti, in quanto non dipende dalla presenza di una troupe teatrale e di lauti finanziamenti per vivere di vita propria.




Ho cominciato quindi a scrivere il mio primo romanzo, “Tutta colpa di Martina!”, un po’ per gioco, per spirito di esplorazione, per divertimento personale.
Man mano che procedevo con la storia, però, questa assumeva un tono sempre più personale, mi appassionava sempre di più, e acquisiva per me un’importanza crescente.
È stato così che il libro ha visto la luce nella sua forma attuale, dopo un processo di rielaborazione durato anni.
La storia è quella della livornese Martina, una quarantaquattrenne fondamentalmente soddisfatta della propria vita, che incontra per caso Viola, sua coetanea romana nonché scrittrice di fama.
Con “Tutta colpa di Martina!”, ho voluto esplorare il rapporto tra queste due donne, il confronto tra di loro, la psiche di ciascuna vista in rapporto a quella dell’altra.

Le donne sono infatti la mia fonte di ispirazione, ciò che mi spinge a scrivere e a cercare di migliorarmi continuamente, nella speranza di riuscire a descriverle nella loro profonda bellezza e complessità, e di rendere loro giustizia con le mie parole.
Col mio libro ho cercato anche di offrire ai lettori un’immagine della totale normalità e naturalezza di un legame di tipo omosessuale, cosa che ritengo particolarmente importante ai nostri giorni, nel nostro paese.

Nel mio futuro vedo tantissima scrittura; scrivo tutti i giorni, e questo mi rende profondamente felice.
“Tutta colpa di Martina!” avrà un seguito in una serie di altri romanzi, e in più voglio scrivere storie che abbiano protagoniste diverse, confidando nel fatto che i miei personaggi cresceranno sempre di più, e si approfondiranno insieme a me.

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