venerdì 26 agosto 2016

La Pochezza (un pensiero di Michael Marini)


Ieri mattina mi sono svegliato intorno alle 9:00. Accendo lo smartphone mentre faccio colazione, dopodiché inizio a guardare messaggi e Facebook. Il primo post che mi si para davanti agli occhi è un articolo del Tirreno. Di cosa parla? Di una fortissima onda sismica che ha colpito il centro Italia. Inizio subito a informarmi, inizio a spulciare i giornali e trovo un articolo esauriente de La Repubblica che titola: “Terremoto 6.0 devasta il Centro Italia”.

Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Interi paesi rasi al suolo. Ci risiamo. Ancora una volta il mondo si rivolta contro chi lo abita.





Subito mi sono preoccupato per quella povera gente, famiglie intere, anziani, bambini, donne, uomini, ragazzi che si nutrono di sogni e speranze come me e tanti altri, che vedono in fugaci attimi la loro vita evaporare, i progetti di sempre che vanno a farsi fottere per un capriccio della nostra madre Terra. Mi sono immedesimato in tutti loro e, se posso dirlo da umano ed egoista, ho pensato “Meno male che non ci sono io”.

Finito il mio succo di frutta, con un pensiero malinconico nella testa, in disparte, ma che comunque era lì, ho pensato a una cosa ancor peggiore della tragedia avvenuta, qualcosa che in queste occasioni non manca mai: lo sciacallaggio e l'insensibilità.


Andiamo per gradi. Lo sciacallaggio. Arrivato alle 12:30, ho voluto fare un esperimento (quasi autodistruttivo direi): accendere la televisione e sintonizzarla sul canale 6, ovvero Italia 1. Per i meno informati a quell'ora su quel canale c'è l'esempio vivente di giornalismo corretto e professionale, un telegiornale chiamato Studio Aperto. Chiedo di passarmi l'ironia pur parlando di una così delicata questione, ma insomma, con certi soggetti non può non scappare un mezzo sorriso. Tornando a noi, come avevo previsto il TG era impostato con una serie di servizi strappalacrime, privo di informazioni utili, solo qualche numero lanciato lì tanto per dire “Anche noi facciamo informazione”. Immagini e interviste indecenti, insensibili pensando di essere compassionevoli, mamme con i figli in braccio disturbate da un giornalista con il tono impostato e un finto broncio rattristato. E poi l'apoteosi: il suddetto giornalista, che si avvicina a un signore di mezza età, con lo sguardo abbattuto, con addosso un pigiama, e gli domanda: <<Sempre in pigiama?>>

Gaber cantava nella sua C'è un'aria: <<E su tutti i canali arriva la notizia / un attentato, uno stupro, o se va bene una disgrazia / che diventa un mistero di dimensioni colossali / quando passan dal video a quei bordelli di pensiero / che chiamano giornali>>. E non c'è da aggiungere altro.

Non poteva poi di certo mancare il teatrino del presidente del consiglio, che ha promesso aiuti per ogni singolo cittadino rimasto senza casa, con un discorso commovente, introdotto dai telegiornali così: “Il premier ha dovuto rinunciare ai suoi importanti impegni per dare solidarietà ai terremotati”.

Concedetemi un'altra uscita che pecca di stile e serietà, tutta in salsa labronica: <<Asciugati!>>.

Secondo step, forse il peggiore: l'insensibilità. Come sempre il web ha dato il meglio di sé. E questa volta non si parla della condivisione inanimata di foto alla “Je suis...” oppure dei cambi di immagine del profilo colorata con la bandiera del paese coinvolto. No signori, nella giornata di ieri, e ancora oggi, le persone hanno dato e stanno dando il meglio di sé, con commenti inutili, non inerenti all'argomento e soprattutto carichi di odio. L'esempio più lampante è stato l'assalto verso gli immigrati: “Metteteci gli immigrati nelle tendopoli e date agli italiani un albergo a cinque stelle, basta Renzi!” Questo è un esempio fin troppo pacato rispetto a quello che ho visto girare sui social.

Ma questo si vede ogni giorno, qual è la novità? direte voi. È questo il punto: l'idiozia e l'ignoranza che sfociano nella mancanza di rispetto sono diventate ormai qualcosa di ordinario e a cui le persone non fanno più caso. Invece tutta questa pochezza intellettuale va combattuta, va oppressa in qualche modo, controllando di più internet che sta diventando man mano che il tempo passa sempre più una città in preda all'anarchia più violenta.

Pensando da persone con un'attività cerebrale degna di questo mondo, in questo preciso momento, un padre di famiglia che si è visto crollare ogni certezza davanti agli occhi, interessano veramente certi discorsi? Credete che la prima cosa che gli sta a cuore sia andare a far denuncia per avere i fantomatici trattamenti da nababbi degli immigrati? Io non credo.

Se la società odierna, le energie che spreca nel criticare e sparlare, le impiegasse in atti di aiuto, di comprensione e di solidarietà, non dico che il mondo sarebbe Fantasilandia, ma sicuramente un posto più umano. Tanto di cappello, infatti, a chi è partito, volontario e non, per dare un supporto a chi ne ha bisogno.

Ricordiamoci tutti che ogni gesto nel suo piccolo vale qualcosa. E non scordiamoci mai che abbiamo tutti una testa, due gambe e due braccia.

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