lunedì 22 giugno 2015

LIVORNO ACOUSTICS - Luca Faggella

Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
Oggi intervistiamo uno dei cantautori livornesi più apprezzati fuori dalla nostra città, Luca Faggella. Attivo già dai primi anni '80, è con il suo album "Faggella canta Ciampi" che si fa conoscere da pubblico e critica diventando uno dei migliori interpreti moderni del repertorio del grande cantautore livornese. La sua carriera è ricca di album, spettacoli, premi e collaborazioni importanti, sia in veste di interprete che di cantautore. Nel video che troverete in fondo all'intervista, ha cantato (con Greta Merli e Elisa Arcamone) "King Wah", dal suo ultimo album Tradizione Elettrica, scritto con Giorgio Baldi.





N.B. Prima di cominciare, ti avvisiamo che ogni intervista di Livorno Acoustics è suddivisa in due parti. La metà che leggerai qui di seguito approfondisce il processo creativo del cantautorementre l'altra metà che potrai leggere su Occhio Livorno è incentrata sugli aspetti legati al suo rapporto con le istituzioni e con la professione di artista 


1. Cosa significa per te essere un creativo?
Un gioco, prima di tutto. Poi, si sa, le necessità della vita adulta impongono che il gioco sia relativo al tempo che non si prendono gli impegni di vita e lavoro. E magari per poter continuare a “giocare” la cosiddetta creatività diventa anche un impegno professionale. Siamo un po' tutti creativi, è una cosa umana.

Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
2. Cosa ti ha spinto a scrivere canzoni di tuo pugno, piuttosto che interpretare canzoni di altri artisti?
In realtà faccio entrambe le cose. Sono interprete e ho fatto spettacoli con un repertorio che non ho scritto, ma sono canzoni che sento comunque “mie” (mi hanno addirittura premiato come interprete di Ciampi e Brel, due volte con la targa Leo Ferré pensa te...). Adesso c’è la Johnny Cash Night con Greta MeryGrey Merli…Scrivo canzoni perché mi fa piacere e perché sono quelle che vorrei cantare e non trovo “già fatte”.

3. Qual'è il tuo approccio alla composizione musicale?
Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
Di solito improvviso, parole e musica. Quando la cosa mi resta in mente, dopo un po' che la canto mi metto al piano e tiro giù accordi e melodia e lavoro sul testo “al tavolino”. Il nucleo originario del brano è quasi sempre “orale” e improvvisato e poi prende forma.

4. Qual'è invece il tuo metodo per la scrittura dei testi?
Come dicevo prima, comunque il lavoro sul testo di solito avviene alla fine.

5. Qual'è la tua canzone di cui sei più soddisfatto? Ce la racconti?
Ce ne sono diverse...forse una di quelle scritte con Giorgio Baldi, “Ti bacio e torno”. Mi piace molto l'idea e la pratica dello scrivere con altri, mettendo insieme idee e mondi. Delle mie da solo amo molto “Memento” (che molti considerano la mia migliore). E' anche tra le prime cose che ho scritto e arrangiato da solo, scrivendo le parti per tutti gli strumenti e essendo la prima volta che lo facevo (era il 2003), mi ha stupito di esserne stato capace.

6. Com'è suonare in una band?
Io sono molto democratico. Non so se è un bene, alcuni dicono di no. Però mi piace molto, come dicevo sopra, unire le creatività di diverse persone. Il risultato è spesso una sorpresa. Poi va da sé che in certi casi scrivo tutto io e consegno le parti già pronte ai musicisti. Lì la creatività del musico è quella dell'interpretazione e dell'adesione al progetto, che non è roba da poco.

Foto Ass. fotografica "Il Salmastro"
7. Come avviene il processo di arrangiamento di un brano?
In studio si lavora su molte idee che poi vengono semplificate, dopo tentativi e ascolti. Per il live dipende: molto spesso i miei brani prima li suono per un po' dal vivo e solo dopo diverso tempo li registro.

8. Quanto peso dai a fattori come il nome della band e la sua immagine? 
Uno spettacolo è sempre un insieme di scelte volte a comunicare qualcosa, quindi si tutto ha un peso, anche l'abito, le luci e il nome dello show.

9. Come affronti le esibizioni live?
Da sempre do molto peso al concerto-spettacolo e la mia storia è fatta appunto più di concerti pensati e ragionati come un meccanismo, una disciplina. A me riesce di liberare il cuore solo così, un po' alla maniera delle arti marziali. Ho sempre unito anche diverse discipline: teatro, proiezioni, danza...chi conosce la mia storia musicale lo sa bene.

10.  Fai un bilancio della tua attività di musicista fino a questo momento.
Le storie sono tante...direi che il bilancio è molto positivo. Ho suonato con musicisti di cui ho grande stima per la loro arte, calcato palchi importanti, suonato con orchestre, arrangiato un brano di Bacalov...ecco quella è una cosa buffa, io che sono una capra al piano con il maestro Louis Bacalov a arrangiare “la canzone dei ministri” di Bardotti!


















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