martedì 27 ottobre 2015

Faccio vivere ciò che sento - L'Arte di Carolina Beppi


Continua il nostro viaggio alla scoperta delle menti creative della nostra amata città.
Abbiamo conosciuto Carolina lo scorso anno al concorso per giovani artisti, SIAMO LI, organizzato da Coop e Itinera Cooperativa, e ci ha subito colpito la sua grande passione per la creatività e la voglia di esprimersi.
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"Fin dalla più tenera età ho esternato una spiccata inclinazione per l’espressione artistica. Durante l’infanzia mi focalizzavo nella creazione di dipinti raffiguranti perlopiù elementi naturali. Tuttavia, la mia creatività non era rivolta solo alla pittura; mi dilettavo anche nella realizzazione di piccole creazioni per mezzo di paste da modellare, DAS, colla vinilica e cartone, ma anche di plastici espositivi, che solitamente erano poi dipinti con i colori acrilici. 

La passione per la storia dell’arte, la filosofia e la scrittura, è arrivata in una fase più avanzata. Non mi è stata trasmessa dai genitori, anche se da parte di mio padre ci sono diversi artisti. Dare oggi un perché a ciò che facevo, non è così semplice. Tuttavia, posso dire che ho sempre sentito il bisogno di ritagliarmi del tempo in solitudine per far “vivere” ciò che sentivo, i miei stati d’animo, le mie paure, le mie idee, le mie invenzioni. Provavo piacere nel concretizzare ciò che “viveva” dentro di me. La creazione era “un’amicizia incondizionata”. Ero sola, ma non mi sentivo sola, senza un perché.





Avendo da sempre una personalità con componenti sia estroverse e gioviali, che introverse, dovute a una forte emotività e riservatezza, inizialmente l’arte rappresentava per me, più un rifugio, un loco in cui annullare ogni concezione razionale di me stessa e del mondo esteriore, piuttosto che un mezzo di comunicazione. Il lato comunicativo è stato esplorato in seguito, quando con la crescita sia sul piano personale, che artistico, ho scoperto nuovi aspetti della cultura e dell’arte.



Non ho mai frequentato un corso formativo di pittura prima di due anni fa, per cui ho conseguito un percorso artistico perlopiù da autodidatta. Le opere più recenti invece sono state realizzate parallelamente alla frequentazione di un corso di disegno e pittura tenuto con il maestro Riccardo Ruberti, che mi ha trasmesso la tecnica e le basi che sentivo mancare nella mia preparazione “casalinga” . Credo che un corso formativo di pittura non possa che offrire una preparazione e delle basi tecniche, anche se alle volte in modo faticoso, sulle quali in seguito si può sviluppare il proprio genere espressivo. Quando ho iniziato questo percorso infatti, ho pensato che avrebbe potuto portarmi ad esporre in maniera tecnicamente più avanzata e raffinata le mie idee, potenziandone il messaggio.




L’istruzione liceale mi ha fatto crescere molto, sia sul piano personale, che culturale. Il Liceo mi ha permesso di sviluppare una forte passione per la filosofia, e di esplorare così anche il lato concettuale e comunicativo dell’arte. Il genere che ho sempre sentito più vicino è quello dell’espressionismo giacché trovo totalizzante l’espressione che propone della realtà. Essa è plasmata attraverso i propri sentimenti; tutto si deforma, superando i filtri logici-razionali della mente, ma attraversando direttamente i propri filtri emotivi, facendo così emergere con irruenza i caratteri più profondi, alle volte “oscuri” della propria interiorità.


Tuttavia, credo che ciò che caratterizzi maggiormente la mia espressione sia la sua accezione concettuale e astratta. L’espressione non si ferma a una mera rappresentazione dei propri sentimenti. L’amore per la filosofia mi permette di esplorare, nel mio percorso di crescita personale, diverse concezioni della realtà, sviluppando a mano a mano, nuovi approcci alla vita. Ecco comeogni opera cerca di fondere in sé, l’irrazionalità dell’espressione di uno stato emozionale interiore, e la razionalità della comunicazione di un concetto astratto, dove spaziano la denuncia sociale e messaggi sulla vita."

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