mercoledì 26 ottobre 2016

Progetto Punctum - Il dettaglio del giorno by Camilla Del Corona

Ricerca del dettaglio e scoperta del non detto. Cos'è il Progetto Punctum.

Il Progetto Punctum è nato per caso, come molte delle cose di cui finiamo per innamorarci. 



Sono una studentessa del corso magistrale in Storia e Forme delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media all'Università di Pisa e mi sto laureando in Storia dell'Arte, dopo aver conseguito la Laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali. Poco più di un mese fa, dunque, durante la preparazione dell'esame di Storia dell'Arte Moderna, dedicato in larga parte a Raffaello Sanzio, mi ritrovo a fissare incantata la riproduzione di un dettaglio tratto da uno dei ritratti più affascinanti del Maestro, La Velata. La nitida visione di quella piccola porzione di dipinto, altrimenti offuscata dal complessivo splendore dell'opera, aveva ai miei occhi aperto un mondo celato di espressione e significato. Era come se stessi guardando quella celeberrima tela, che la mia mente oramai credeva di conoscere a menadito, per la prima volta e con uno sguardo e prospettiva nuovi.

Il Ritratto di donna "La Velata"


Di qui l'idea: perché non darsi un appuntamento giornaliero, in cui scegliere un'opera e osservarla con mente sgombra, senza pensare a ciò che è già stato detto ma cercando di cogliere il particolare non detto? Che sia gesto, oggetto, sguardo o semplice comparsa sarà questo che racchiuderà, agli occhi indagatori dello spettatore attento, l'essenza dell'opera stessa. La Velata, con il suo fascino enigmatico, sarebbe stato il soggetto migliore per cominciare. 


Il Ritratto di donna, comunemente detto La Velata, è un dipinto a olio su tela risalente al 1513-14 e conservato alla Galleria Palatina di Firenze. L'artista vi ritrae una gentildonna riccamente abbigliata, in cui Giorgio Vasari riconosce Margherita Luti, la “donna la quale Rafaello amò sino alla sua morte e di quella fece un ritratto bellissimo che pareva viva viva”. 


La somiglianza con la Madonna Sistina (conservata alla Gemäldegalerie di Dresda) e con un altro ritratto femminile, La Fornarina (oggi alla Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini, a Roma), sembrerebbe confermare l'ipotesi dello storico, sebbene molti studiosi neghino l'identificazione con l'amante e ritengano si tratti di un'anonima nobildonna romana, a cui il Maestro era solito ispirarsi nei suoi soggetti femminili. 

A mio avviso Vasari ci suggerisce un dato ancor più importante rispetto l'identità della donna, reso possibile dalla strabiliante abilità di Raffaello nel genere del ritratto e nella resa luministica e materica dei colori: si tratta della sua vivacità e naturalezza, espressa al massimo grado nell'estrema vivezza dello sguardo. Ed è proprio questo che ho cercato di cogliere nel mio primo dettaglio, lo sguardo acuto, penetrante e dolce allo stesso tempo; uno sguardo sicuro e familiare, che si fissa negli occhi dello spettatore, portato a desiderare di essere beneficiato dello stesso identico sguardo che la misteriosa modella si scambiava con il grande Maestro. 

Ma il dettaglio ci dice di più. Ci racconta un capo velato dai toni dorati e caldi, in piacevole contrasto con i capelli e gli occhi scuri, ripreso dal superbo damasco della manica rigonfia. Ed è proprio su questo dualismo inquieto che Raffaello orchestra il ritratto, tra l'esuberante impasto cromatico, quasi una risposta romana al giorgionismo veneziano, e l'intima pacatezza del volto e del velo, richiamata altresì dalla delicatezza della posa e dalla morbidezza dell'incarnato. Nel dettaglio che ho scelto, la doppia natura del soggetto è evidente: lo sguardo addolcito è incorniciato da un quasi impercettibile ricciolo ribelle che sfugge dall'acconciatura ed è accompagnato dalla presenza di un piccolo, sebbene ricchissimo, gioiello tra i capelli: una perla pendente da due pietre incastonate. 

Un simile ornamento si ritrova sul capo della Fornarina ed è suggestivo pensare che il corrispettivo greco del sostantivo “perla” sia proprio “μαργαριτης”, Margherita. Che sia una simbologia scelta da Raffaello per alludere al nome dell'amante non ci è dato saperlo ma l'ipotesi è, senza alcun dubbio, estremamente affascinante.

A partire da questo primo dettaglio, che qui ho cercato brevemente di contestualizzare, ogni giorno cerco quello che per me è il punctum di un dipinto, un disegno, una stampa o una scultura, prendendo la definizione in prestito alla fotografia, scomodando nientemeno che Roland Barthes. Per punctum si intende il punto di fuga dell'oggetto ritratto dalla fissità a cui è eternamente condannato per mezzo dello scatto e della sua valenza funebre; è un dettaglio involontario che crea, rompendo l'immobilità, una sorta di campo cieco che induce lo spettatore a guardare oltre e cogliere l'essenza emotiva dell'immagine.


Ho iniziato, dunque, condividendo un album su Facebook, introducendomi con i miei "dettagli del giorno" nel flusso continuo e costante di notizie, sperando di catturare l'occhio e la curiosità del fruitore distratto. 

Tra i tanti, vi si ritrovano ciarliere gentildonne veneziane, affacciate su una terrazza sullo sfondo dell'insolito San Sebastiano, nella cui vivacità narrativa Liberale da Verona sfoggia le sue doti di miniaturista; vi si sorprende un servitore stanco o svogliato, colto in un liberatorio sbadiglio, nel divertente Tête à Tête di William Hogarth, parte di una serie di sei tele nelle quali l'artista inscena la storia tragicomica di uno sfortunato matrimonio combinato; ci colpisce la maestria di George de la Tour nel naturalismo dei soggetti immersi nelle tenebre di impronta caravaggesca, fatti propri da una straordinaria sensibilità luministica nel dettaglio dell'incredibile candela, i cui riflessi bagnano gli attributi della Maddalena penitente; rimaniamo incantati di fronte alla sensualità del seno nudo della Flora meretrix, vibrante di boccioli delicati nella geniale eccentricità di Giuseppe Arcimboldo, forte delle profonde conoscenze scientifiche e dell'attenzione al dato naturale maturate in ambito lombardo. 


La Fornarina

Nessuna analisi, nessuna spiegazione, solo un'immagine e una didascalia. Il mio intento non è quello di impartire una lezione di Storia dell'Arte, né fornire al lettore un prodotto già confezionato. Il Progetto Punctum per me è un esercizio atto ad affinare l'occhio e la mente e la scelta del dettaglio quotidiano è un lavoro a cui, vi assicuro, dedico un'attenzione speciale. 

Per questo mi piacerebbe che, anche per gli amici di Facebook, scoprire ogni giorno un dettaglio diverso sia uno stimolo visivo e intellettivo e possa costituire solo uno spunto per andare a scoprire autonomamente l'opera completa e l'artista, vinti dalla curiosità. In pochi sanno che i siti internet dei maggiori musei del mondo sono veri e propri “parchi gioco”, che non contengono solo schede tecniche, ma anche analisi tematiche, strumenti di ricerca sorprendenti, tour virtuali e, soprattutto, possibilità di indagine delle opere a 360° e nel dettaglio, grazie a riproduzioni fotografiche in alta definizione. 

Un esempio? Il ricchissimo MET di New York oppure, per restare in Italia, la Pinacoteca di Brera. Purtroppo nel nostro Paese, la divulgazione storico-artistica è passata in secondo piano, la disciplina sta inesorabilmente uscendo dalla nostra quotidianità e, paradossalmente, dal nostro campo visivo, sebbene quotidianamente immersi in città tanto ricche di storia e cultura. Mi piace pensare che il mio piccolo contributo possa riuscire a risvegliare occhi impigriti e disabituati; che possano di nuovo spalancarsi meravigliati di fronte alla Bellezza.

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