lunedì 3 ottobre 2016

Marco Grassi - Una giornata vissuta nell'Arte

Questa settimana, cari amici che ci seguite sempre più numerosi, vi presentiamo un fotografo, Marco Grassi, che ha voluto raccontare la sua passione per la fotografia in maniera diversa dal solito, ma non per questo meno interessante.
Marco ci ha narrato tutto quel turbinio di pensieri che passa dalla mente di una persona creativa, riuscendo allo stesso a trasmettere ciò che significa per lui avere questa passione.
Leggete quindi il racconto di una giornata vissuta nell'Arte di Marco, e diffondete la creatività!

Poche cose sono belle come il sapere di potersi girare nel letto un po' di piu', in una mattina di un giorno di festa. Il problema e' avere una mente in continua elaborazione, un turbinio di pensieri, idee, progetti da assemblare, e questo, fatalmente, interrompe il quieto dormire, e ti spara dentro 
la giornata. La mattina spesso ricordo, in quelle fasi morbide come la colazione, pochi frame dal mondo esterno, tutto pare colorato a pastello. Ricordi di una vita dedita all'arte, i disegni alle elementari, i corsi di fotografia in camera oscura alle medie, ricordi di tanti anni di musica, di lavoro per la musica, con la musica, live, djset, viaggi e creazioni.



Un elemento unisce sempre questi ricordi, ho sempre fotografato tutto, ovunque mi trovassi, con qualsiasi supporto (anche tante macchinette usa-e-getta), di fatto mettendo le basi per un futuro che oggi è realtà. 


Perchè un giorno non ho più sentito la mia musica come la percepivo sempre, e ho pensato di lasciare un settore artistico che non riconoscevo piu', dedicando tutta la mia verve alle immagini, alle scene che la strada, il mondo, le persone ti regalano continuamente. E persino nel ciondolare mattutino in casa trovo ispirazioni, dettagli che si rivelano improvvisamente, elementi nascosti per anni che osservati con un'altro occhio diventano linfa per chi ama la fotografia.

Un pranzo, e siamo al pomeriggio, il cervello e' ormai al galoppo, e' il momento di trasformare il pensiero in qualcosa di concreto. Mi piace farlo camminando, fotografando tutto e tutti, e nel farlo
sento un po' di pace interiore, un distacco dalla routine, e quasi sempre tutto si fa chiaro, i tasselli vanno al suo posto, e non c'e' solitudine in questa fase anche se cammino da solo. In mezzo alla gente che amo fotografare nella loro naturalezza non si e' mai soli, e le fotografie sono come le ciliegie, una tira l'altra.




Penso anche che un giorno o l'altro qualcuno che non vuole essere, come dire, “bloccato nel tempo”, mi fara' mangiare le fotografie e tutto il resto. Ma il rischio vale viverlo, perche' e' piu' forte di me, perche' ho sempre adorato la socialita', l'umanita', la vita normale che vince sempre su tante pose plastificate. Ho sempre adorato un progetto che raccontasse storie diverse, credo che alla perfezione non si possa aggiungere nulla, ma che si possa descrivere il bello dell'imperfezione se lo si inserisce in un progetto mentale che non va alla ricerca dello stereotipo che ognuno vuol riconoscere come cool, figo, top.

La mente non ha confini, basta solo non sovraccaricarla di input come se si dovesse scalare una classifica. In questo senso Livorno e'perfetta. Non e' grande ne gravosa, spesso ti lascia fare cio' che vuoi, ma e' piena, ridondante di colori, di immagini, di volti, di scene, di costruzioni mentali, e mentre la scopri anche nei suoi angoli piu' nascosti questa citta' ti avvolge, e, se la sai inquadrare bene, ti rende artista.




La sera arriva, e al finire della luce mi piace mettermi a riguardare tutto il frutto della giornata, sempre rimanendo collegato a un pensiero: cio' che mi ha portato fino qui, in tempi relativamente brevi, poteva sembrare un mio passaggio epocale difficile, permeato di lati oscuri. Invece tutto viene naturale, come se questa immensa branchia artistica mi avesse rapito tanti anni fa, mi avesse accompagnato durante questi anni, e a un certo punto mi avesse detto che era il momento.

Per tanto tempo ho visto solo notte, sempre notte, con tutti i suoi pregi e i difetti. Con la fotografia si vede tantissimo giorno, e si ha una diversa percezione di come scorre il tempo. Poco importa che poi gran parte del lavoro nelle mie mani viva in bianco e nero. Il colore e' dentro me, io so da dove parte un lavoro e dove arriva, e il progetto di cui parlavo e' questo, avere istantaneamente la visione prospettica di cosa si ha davanti, cosa e' e cosa puo' essere. Perche' un secondo dopo questa visione non c'e' piu'.




Trovo grande soddisfazione nel verificare che cio' che avevo catturato il giorno, girando tra le persone, la sera mi rilascia le stesse sensazioni, e' la mia conferma che cio' che stavo facendo era giusto per me.
In fondo a una giornata vissuta esplorando l'arte, si torna a dormire, sono soddisfatto di cosa ho, di
cosa vivo, delle mie scelte, e sempre, come un mantra, appare una frase in testa: credi in te.


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