mercoledì 1 febbraio 2017

Le Noie e le Gioie di un amante del Vizio - La rubrica di Michael Marini

IL PESO DELLE PAROLE


È il giugno del 2014. 
Non riesce ancora a dissiparsi nell'atmosfera l'eco delle migliaia di voci di una città trascinata dall'entusiasmo. Sui giornali di tutta Italia, sui blog, sui social non si parla d'altro: a Livorno c'è un'aria nuova, a Livorno dopo anni non c'è più la sinistra, a Livorno vince il Movimento 5 Stelle capitanato da Filippo Nogarin, che diventa il nuovo sindaco del borgo labronico oltre che ad essere istituito come simbolo di quel cambiamento tanto voluto dalla maggioranza degli abitanti. 

Per la città è festa, neanche fosse giunta la notizia di un armistizio che conclude un conflitto bellico atroce, le bandiere pentastellate svolazzano accompagnate dalla brezza notturna, annunciatrice di un'estate magnifica, proveniente dal Tirreno. La città ha fiducia, la città può rinascere.


Ma la realtà, come spesso ho imparato, differisce di gran lunga dalla visione della speranza. Oggi, a distanza di più di due anni, Livorno appare sempre uguale, forse in certi aspetti ancora più deturpata, soprattutto dopo la vicenda TRW, dell'attuale crisi di AAMPS e, a quanto pare, della famosa cooperativa (?) rossa Coop, anch'essa alle prese con problemi finanziari.


“È tutta colpa del PD e delle vecchie amministrazioni” dicono i grillini. E fin qui posso crederci.
Ma quando vedo le persone rendersi cieche e dare piena ragione a Pippo detto “Il bomba” in occasione anche della puttanata più colossale, avverto un certo disturbo nella gestione della calma. “Ce l'hai con Nogarin perché voti PD, sei un comunista” mi direbbe il più fedele degli elettori, quello che non si perde un solo sondaggio di Beppone nazionale sul suo blog pseudo-liberale.
“Non prendertela a male” gli risponderei, “ma tu e i tuoi compari siete solo dei leghisti camuffati: ottusi, privi di una coscienza politica e facilmente trascinabili. A pensarci bene somigliate ai tonni”.


Perché vi dico questo? Perché negli ultimi giorni Nogarin si è reso protagonista di una sparata che riesce a battere tutte le altre.
Come ben saprete, la regione Toscana ha parlato di forme di precauzione per la meningite, tra cui anche la vaccinazione obbligatoria per i bambini dell'asilo, che sembrano essere ad ora tra i soggetti più a rischio contagio. Una buona forma d'azione per arginare l'espandersi della malattia, non utile solo al soggetto che viene vaccinato, ma anche a chi, per motivi di salute e/o allergie, non può sottoporsi alla vaccinazione e quindi risulterebbe del tutto vulnerabile.

Ma nessuno può violare la libertà di scelta nella Livorno 5 Stelle, così scende in campo Nogarin, il quale sfodera al completo la sua grillinità controbattendo a questa proposta tramite un post su Facebook – che insieme a Twitter sembrano essere l'habitat naturale perfetto per esponenti di qualsiasi rango di Lega e M5S – nel quale esprime la sua idea: il vaccino obbligatorio è una forzatura!


Sapete quanto pesa una parola? Non ci avete mai pensato, vero? Ve lo dico io: molto.
Le parole non sono solo lettere stampate su un foglio o visualizzate su schermo o un cumulo inutile di byte. Sono quello che ci rende l'essere con le capacità emozionali e intellettive più sviluppate di tutto il regno animale. La parola è quello che ci distingue dalle scimmie. La parola è in gran parte il pilastro del bagaglio storico e culturale dell'intere umanità.
Quindi, caro sindaco, tu che dovresti rappresentare migliaia di persone, pensa a valutare il peso delle tue parole. Perché quando dici forzatura molte anime seppellite al cimitero perite per mano del fascismo si rivoltano.

Gli ebrei torturati e bistrattati possono parlare di forzatura, tu no.
Una donna stuprata da un gruppo di uomini può parlare di forzatura, tu no.
Gli indiani d'America, gli Indios abbattuti dalle armi dei conquistadores, gli operai costretti ad innumerevoli ore di straordinario non retribuito, chi nasce in povertà, chi nasce sotto le bombe, chi nasce nelle mani di un dittatore spietato, tutti questi ed altri di cui egoisticamente non tengo conto in quest'istante possono parlare di forzature, TU NO.

Ma non preoccuparti caro sindaco, non ce l'ho con te in particolare, ma con chiunque parli e straparli a vanvera senza sapere, credendo di poter dire ciò che vuole perché la democrazia lo permette. Finché avrò fiato in corpo, ripeterò sino alla sfinimento che la parola è il dono più prezioso e romantico e utile e dignitoso che abbiamo.
L'uso di una parola in più o in meno può cambiare le sorti di una giornata, di un rapporto, di una vita. Vi state rendendo conto di che importanza abbia quello che diciamo? Ci sono filosofi, artisti, musicisti, scrittori, giornalisti che stanno svegli a nottate intere alla ricerca della parola che abbia il giusto peso.

Tenete conto del e rispettate il peso delle parole, farà bene a voi stessi oltre che a chi vi sta intorno.

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