Non riesce ancora a
dissiparsi nell'atmosfera l'eco delle migliaia di voci di una città trascinata
dall'entusiasmo. Sui giornali di tutta Italia, sui blog, sui social non si
parla d'altro: a Livorno c'è un'aria nuova, a Livorno dopo anni non c'è più la
sinistra, a Livorno vince il Movimento 5 Stelle capitanato da Filippo Nogarin,
che diventa il nuovo sindaco del borgo labronico oltre che ad essere istituito
come simbolo di quel cambiamento tanto voluto dalla maggioranza degli abitanti.
Per la città è festa, neanche fosse giunta la notizia di un armistizio che conclude
un conflitto bellico atroce, le bandiere pentastellate svolazzano accompagnate
dalla brezza notturna, annunciatrice di un'estate magnifica, proveniente dal
Tirreno. La città ha fiducia, la città può rinascere.
Ma la realtà, come spesso ho imparato,
differisce di gran lunga dalla visione della speranza. Oggi, a distanza di più
di due anni, Livorno appare sempre uguale, forse in certi aspetti ancora più
deturpata, soprattutto dopo la vicenda TRW, dell'attuale crisi di AAMPS e, a
quanto pare, della famosa cooperativa (?) rossa Coop, anch'essa alle prese con
problemi finanziari.
“È tutta colpa del PD e delle vecchie
amministrazioni” dicono i grillini. E fin qui posso crederci.
Ma quando vedo le persone rendersi cieche e
dare piena ragione a Pippo detto “Il bomba” in occasione anche della puttanata
più colossale, avverto un certo disturbo nella gestione della calma. “Ce l'hai
con Nogarin perché voti PD, sei un comunista” mi direbbe il più fedele degli
elettori, quello che non si perde un solo sondaggio di Beppone nazionale sul
suo blog pseudo-liberale.
“Non prendertela a male” gli risponderei,
“ma tu e i tuoi compari siete solo dei leghisti camuffati: ottusi, privi di una
coscienza politica e facilmente trascinabili. A pensarci bene somigliate ai
tonni”.
Perché vi dico questo? Perché negli ultimi
giorni Nogarin si è reso protagonista di una sparata che riesce a battere tutte
le altre.
Come ben saprete, la regione Toscana ha
parlato di forme di precauzione per la meningite, tra cui anche la vaccinazione
obbligatoria per i bambini dell'asilo, che sembrano essere ad ora tra i
soggetti più a rischio contagio. Una buona forma d'azione per arginare
l'espandersi della malattia, non utile solo al soggetto che viene vaccinato, ma
anche a chi, per motivi di salute e/o allergie, non può sottoporsi alla
vaccinazione e quindi risulterebbe del tutto vulnerabile.
Ma nessuno può violare la libertà di scelta
nella Livorno 5 Stelle, così scende in campo Nogarin, il quale sfodera al
completo la sua grillinità controbattendo a questa proposta tramite un post su
Facebook – che insieme a Twitter sembrano essere l'habitat naturale perfetto
per esponenti di qualsiasi rango di Lega e M5S – nel quale esprime la sua idea:
il vaccino obbligatorio è una forzatura!
Sapete quanto pesa una parola? Non ci avete
mai pensato, vero? Ve lo dico io: molto.
Le parole non sono solo lettere stampate su
un foglio o visualizzate su schermo o un cumulo inutile di byte. Sono quello
che ci rende l'essere con le capacità emozionali e intellettive più sviluppate
di tutto il regno animale. La parola è quello che ci distingue dalle scimmie. La
parola è in gran parte il pilastro del bagaglio storico e culturale dell'intere
umanità.
Quindi, caro sindaco, tu che dovresti
rappresentare migliaia di persone, pensa a valutare il peso delle tue parole.
Perché quando dici forzatura molte anime seppellite al cimitero perite
per mano del fascismo si rivoltano.
Gli ebrei torturati e bistrattati possono
parlare di forzatura, tu no.
Una donna stuprata da un gruppo di uomini
può parlare di forzatura, tu no.
Gli indiani d'America, gli Indios abbattuti
dalle armi dei conquistadores, gli operai costretti ad innumerevoli ore di straordinario
non retribuito, chi nasce in povertà, chi nasce sotto le bombe, chi nasce nelle
mani di un dittatore spietato, tutti questi ed altri di cui egoisticamente non
tengo conto in quest'istante possono parlare di forzature, TU NO.
Ma non preoccuparti caro sindaco, non ce
l'ho con te in particolare, ma con chiunque parli e straparli a vanvera senza
sapere, credendo di poter dire ciò che vuole perché la democrazia lo permette.
Finché avrò fiato in corpo, ripeterò sino alla sfinimento che la parola è il
dono più prezioso e romantico e utile e dignitoso che abbiamo.
L'uso di una parola in più o in meno può
cambiare le sorti di una giornata, di un rapporto, di una vita. Vi state
rendendo conto di che importanza abbia quello che diciamo? Ci sono filosofi, artisti,
musicisti, scrittori, giornalisti che stanno svegli a nottate intere alla
ricerca della parola che abbia il giusto peso.
Tenete conto del e rispettate il peso delle
parole, farà bene a voi stessi oltre che a chi vi sta intorno.
Nessun commento:
Posta un commento